lunedì 17 giugno 2019

PENSIERI DI FINE MANDATO


Giovedì 13, con l'insediamento del nuovo consiglio comunale, si è ufficialmente chiuso il mio mandato da portavoce in consiglio comunale per il Movimento 5 Stelle e vorrei condividere qualche pensiero su questa esperienza.

Poter contribuire alla mia città è stato un onore immenso. Per questo devo ringraziare diverse persone. Prima di tutto grazie a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, lungimiranti visionari che hanno dato vita a un progetto meraviglioso. Grazie al mio straordinario compagno di avventura in questi 5 anni in aula, Marco Fais, e a James Vladimir Ferrari, che furono altrettanto lungimiranti visionari, seppur giovanissimi, fondando il Movimento 5 Stelle di Cusano Milanino quando questo a livello nazionale viaggiava sul 3% delle intenzioni di voto. Grazie a tutti gli attivisti del nostro gruppo locale, che negli anni mi hanno sostenuto e hanno contribuito a tutte le nostre azioni. In particolare mi sento di fare un ringraziamento speciale a una persona che si è spesa tantissimo, lontano dai riflettori, ma sostanzialmente si è dimostrata un attivista esemplare sotto ogni aspetto: Tiziano Carati. Non me ne vogliano gli altri attivisti, ma credo che lui si sia meritato questo onore. Grazie agli attivisti e portavoce di tutta la Lombardia che ci hanno dato suggerimenti importanti. Grazie a quei cittadini che, pur non condividendo la nostra idea politica, ci hanno dato una mano per sviluppare proposte mettendo a disposizione le loro competenze per il bene della città. Ho apprezzato davvero molto questo gesto. Grazie ai cittadini che ci hanno votato, e in particolar modo a coloro che mi diedero la preferenza sulla scheda elettorale, permettendomi di vivere questa bellissima avventura. Grazie ai dipendenti comunali che hanno prestato la loro opera per consentirmi di operare secondo il testo unico degli enti locali.

In questi anni abbiamo fatto molte cose, piccole e grandi, di cui vado particolarmente fiero. Ne cito solo un paio per non far diventare questa riflessione un poema epico. Su nostro input è stato introdotta la tariffa puntuale sui rifiuti, con i sacchi blu dell'indifferenziata che permette di verificare con più precisione la produzione di questo tipo di rifiuto. I risultati finora sono molto incoraggianti e premiano la nostra scelta. Abbiamo fatto luce, grazie allo spunto fornito dal compianto Zefiro Zanca, sulle vicende di Palazzo Omodei e su come il Comune abbia firmato delle fideiussioni che sapeva essere non ammissibili a termini di legge. Purtroppo nonostante i nostri esposti alla Corte dei Conti e al Tribunale di Monza pare (ormai è passato diverso tempo) che non ci siano stati sviluppi e i responsabili di tutto questo restano a momento impuniti. Tutto ciò se non distrugge la mia fiducia nella magistratura di certo la compromette seriamente e mi lascia molto amaro in bocca. Abbiamo ottenuto che si sperimentasse il bilancio partecipativo. Purtroppo gli esiti sono stati non del tutto soddisfacenti, ma resta comunque un buon test che ha insegnato all'ente gli errori da non commettere in futuro. Mi auguro vivamente, vista la condivisione unanime delle forze politiche cusanesi almeno in termini di principi, che questo strumento possa essere ripreso e sviluppato in futuro. A tale proposito non posso non citare il contributo fornito dal Stefano Stortone nel sensibilizzare tutti i partiti cusanesi su questo tema.

Riguardo il mio personale contributo in questi anni posso dire che ce l'ho messa tutta. Avrei voluto fare di più, studiare di più, essere migliore. Mi spiace se non sempre ci sono riuscito e per questi miei limiti mi scuso con tutti. Prometto che continuerò a lavorarci su cercando di dare il massimo per la mia città. Fare il portavoce in consiglio comunale è una cosa difficilissima, ben più di quanto immaginassi. Bisogna analizzare a fondo i problemi, capirne le cause e trovare possibili soluzioni, confrontarsi coi cittadini ed esperti del settore, valutare insieme al proprio gruppo le strade da intraprendere, aprire un dialogo con le altre forze politiche e verificare la fattibilità tecnica con gli uffici comunali. Fare tutto questo richiede una mole considerevole di lavoro ma la retribuzione dei consiglieri comunali (tranne nelle grosse città) non consente di poter fare tutto ciò a tempo pieno. Chi si impegna in prima persona a fare tutto questo deve essere ben consapevole delle sforzo richiesto ed essere pronto a fare numerosi sacrifici.

Potrei scrivere molto altro su questo splendido viaggio, forse addirittura un libro, ma mi rendo conto che diventerebbe di difficile lettura e forse di difficile comprensione per chi non conoscesse tutti i retroscena che magari io darei per scontato. Accontentatevi quindi di queste mie “poche” righe.

Un abbraccio,
Benedetto

mercoledì 27 giugno 2018

LA CONOSCENZA E' DEMOCRATICA


Nel dibattito sui vaccini è emerso un personaggio (sotto in foto) che ha fatto di uno slogan il suo mantra: "la scienza non è democratica". Purtroppo questa idea si è diffusa e in molti pensano che di un argomento possa parlarne solo chi ha titoli di qualche tipo in quella materia. Sbagliatissimo.

Voglio allargare il campo e fare un ragionamento di più ampio respiro partendo da un esempio personale. Io ho studiato conservazione dei beni culturali all'Università. Se affermassi che Leonardo è un artista manierista e una persona con la terza media dicesse che non è vero chi avrebbe ragione? Ovviamente il secondo. Il fatto che io abbia un'istruzione superiore non conta assolutamente nulla e questa persona avrebbe tutto il diritto di correggermi.

Quindi la conoscenza è democratica, nel senso che chiunque si può informare e apprendere nozioni che sono valide, a prescindere da chi sia questa persona, che titolo di studio abbia, etc etc. Ovviamente questo non significa che la conoscenza è democratica nel senso che una cosa è giusta se la maggioranza delle persone lo sostiene, ma bisogna scardinare il concetto per cui solo qualcuno può parlare di certe cose. Un concetto va valutato solo in un modo: è giusto o sbagliato. Punto. E chiunque può parlare di qualsiasi cosa a patto che su quel tema si sia informato adeguatamente.

Non vale nemmeno il discorso della autorevolezza della fonte da cui si trae l'informazione. O meglio, è un elemento da considerare e sui cui farsi delle domande, ma non può essere una pregiudiziale che squalifica a priori un'informazione rispetto a una fonte più autorevole in quanto anche da una fonte rilevante si può trarre un insegnamento sbagliato e anche da una discutibile si può ricavarne uno corretto.

Queste mie riflessioni forse saranno pure banali, ovvie e scontate, ma ho la netta sensazione che per molte, troppe persone non sia così e mi pareva utile ricordare certi concetti.

A presto,

Benedetto


sabato 24 marzo 2018

Giornate di Primavera del Fai a Cusano e qualche riflessione


Mentre il popolo del “webbe” si accapiglia nei commenti ale nomine delle presidenze delle Camere, io da umile portavoce in consiglio comunale resto legato alla mia dimensione di paese (con tutto rispetto, anzi mio enorme orgoglio) e faccio un paio di riflessioni sulle giornate del Fai in corso a Cusano Milanino.
Prima di tutto un doveroso ringraziamento all'ottimo lavoro di chi ha reso possibile questa iniziativa, dal Fai agli amici del Milanino passando per la Protezione Civile, i proprietari delle ville storiche che hanno aperto le porte dei loro giardini e tutte le altre realtà coinvolte che chiedo scusa se per dimenticanza non le cito una a una.
Passeggiare per le vie del Comune e trovare così tanta gente accorsa anche da lontano, molti con bimbi al seguito, per ammirare la bellezza della nostra ctittà riempie il cuore di gioia.
Mi fa molto piacere che i volontari abbiano fatto notare nelle loro spiegazioni come le ville storiche avessero un sistema di raccolta di acqua piovana raccolta in vasche che tutt'ora, almano in un caso, viene usato per irrigare il giardino. Questo significa due cose: la prima, ovvia, che non si consuma acqua di rete ed è un piccolo ma importante segnale di attenzione allo sfruttament di un bene che nei prossimi anni diverrà sempre più importante nel nostro pianeta. Il secondo, meno scontato, riguarda il dissesto ideogeologico. Ebbene sì: convogliare l'acqua piovana in vasche evita che questa fluisca negli scarichi e di conseguenza nei tombini e nel Seveso, che molto spesso abbiamo visto causare danni. Curioso che un accorgimento così elementare ma così lungimirante fosse ben applicato a inizio del XX secolo ma sia stato un po' dimenticato nel tempo.
La seconda riflessione che volevo fare è sullo stato di Palazzo Omodei. A distanza di quasi 3 anni, nonostante 3 inverni passati senza climatizzazione, gli affreschi continuano, a prima vista, a tenere bene, segno che al di là delle vicessitudini che il costruttore incaricato del restauro ci ha fatto passare (e continua a farci passare visto che gli effetti delle sue mancanze continuiamo a pagarli) i lavori che ha fatto li ha eseguiti bene.
La considerazione finale è che ho sempre sentito molto forte il peso dell'essere cittadino dentro le istituzioni e la responsabilità che ne deriva, soprattutto in considerazione del fatto di adoperarmi per un territorio di particolare bellezza fortemente compromesso nella sua integrità, ma oggi ho sentito particolarmente anche il peso della Storia, che ci chiama a fare scelte per dimostrare di essere all'altezza di chi è venuto prima di noi. Non è facile, per niente, ma ci provo e ci proveremo fino alla fine.
 A presto,

Benedetto



domenica 17 settembre 2017

IL FALSO MITO DELLE COMPETENZE

Volevo scrivere questa riflessione da parecchio, visto che è un argomento di cui spesso si parla quando l'argomento in discussione è la politica.
Una delle idee che ci ha lasciato in eredità la politica è il mito delle competenze, cioè il credere che uno dei parametri per giudicare i rappresentanti nelle istituzioni o chi ne intende far parte sia proprio il suo bagaglio di conoscenze. 
Questo secondo me è un falso mito e vado subito a spiegare il perchè facendo l'esempio su me stesso. Io ho studiato conservazione dei beni culturali all'università. Non sono ancora laureato ma ho sostenuto tutti gli esami. Dopo aver fatto questo percorso c'è solo una materia, all'interno di questo sterminato campo, in cui mi posso dire minimamente competente, ed è il cinema. Dico minimamente perchè, ad esempio, il cinema asiatico contemporaneo lo conosco pochissimo, quindi in quello sono ancora incompetente, però se fossi chiamato da membro delle istituzioni, a prendere una decisone su tale materia forse avrei i mezzi per prendere una decisione ponderata. Ma se, ad esempio, fossi in Parlamento e un emendamento alla finanziaria ponesse in discussione l'opportunità o meno di dare delle svvenzioni statali a un festival teatrale, le cose cambierebbero completamente. In quel caso dovrei informarmi da esperti perchè non avrei la minima idea se quel festival ha effettivamente valore tale da meritarsi i fondi. La mia decisione, in quel caso, avrebbe la stessa valenza di qualsiasi altro parlamentare e la mia competenza sarebbe solo minimamente maggiore alla sua, pur avendo sostenuto e superato discretamente l'esame di storia e critca del teatro. La differenza tra lui e me sarebbe praticamente zero.

Si può dire quindi che io non sia competente nemmeno nel mio campo di studi. Figuriamoci se si può pensare che io sia competente in linea generale! Questo penso che valga per qualsiasi disciplina o percorso accademico.
Per questo quando vedo etichettare i politici e la loro presunta competenza in base al loro titoli di studio la cosa mi lascia alquanto perplesso e non mi convince minimamente. Dal mio punto di vista le questioni su cui un parlamentare effettua un voto avendone competenza diretta sono estremamente poche. Mi si potrà rispondere che mettendo insieme le competenze di tutti i parlamentari dello stesso gruppo, almeno per i partiti maggiori che possono contare un centinaio di membri, si ottiene un gruppo competente. Ho forti dubbi che si ottenga questo risultato, visto lo sterminato campo che bisogna ricoprire con tutti gli aspetti della medicina, della cultura, dell'economia, dei trasporti, dell'agricoltura, delle forze armate, della giurisprudenza, dell'ingegneria, etc etc. Ma anche ammettendo che ciò sia possibile, qual è la differenza tra un gruppo che contiene al suo interno quel bagaglio di conoscenza e un altro che invece cerca quello stesso sapere al di fuori delle sue fila? Per me nessuna. Anzi, quando quelle nozioni vengono condivise tra politici c'è sempre il dubbio che le informazioni siano parziali, dettate da pregiudizio ideologico o peggio ancora interessi privati. Se invece queste vengono da soggetti terzi esterni, ad esempio docenti universitari o dal mondo del lavoro che vive quotidianamente quelle esperienze, credo che quella conoscenza sia più affidabile. 
Per questo non giudico il valore di un mebro delle istituzioni o aspirante tale dalle presunte competenze. Mi chiederete: ma allora da cosa giudicarlo? Bene, per me si può valutare il valore di questi da 3 fattori fondamentali: onestà, impegno e intelligenza. 
La prima la intendo in senso generale. Ovviamente la persona non deve essersi macchiata di atti moralmente sbagliati ma deve anche essere guidata dall'interesse per il bene comune. So che è un'idea piuttosto vaga e soggettiva, ma penso sia il valore principale. Se infatti si ha davanti una persona intelligente e con grande volontà ma disonesta, gli altri due valori non servono a nulla. 
Anche l'impegno è fondamentale. Una persona deve dimostrare di darsi da fare e di meritarsi il ruolo a cui ambisce. Se si è onesti e intelligenti ma svogliati si è sostanzialmente inutili. Inoltre premiare chi non ha mai fatto niente o quasi a discapito di chi invece si è speso molto per qualcosa è estremamente ingiusto per quest'ultimo.

L'intelligenza, ovviamente, è indispensabile. Se un eletto si impegna ed è onesto ma non capisce nulla di ciò che gli viene spiegato dalle persone competenti è un problema enorme. 
Spero che questa mia riflessione risulti utile per qualcuno e che aiuti il dibattito su questo tema. A breve, e qui mi rivolgo agli iscritti al Movimento 5 Stelle, saremo chiamati a scegliere i nostri candidati per le elezioni politiche e regionali. Mi auguro che nella scelta di questi vengano presI in esame questi aspetti e non ci si limiti a leggere dei curricula, basando le preferenze su ciò che una persona ha studiato o fatto come lavoro.
In ogni caso... buona scelta a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate di queste mie parole.

EDIT
Dario Fuma, attivista di Paderno, che ringrazio del contributo, mi ha fatto notare altre doti necessarie che si possono riassumere in un'altra caratteristica fondamentale per chi fa politica: l'umiltà. Condivido in pieno le sue osservazioni e quindi aggiorno volentieri il post



Alla prossima!
Benedetto



sabato 28 gennaio 2017

PASSAGGIO DI CONSEGNE


Da un paio di settimane sono diventato il capogruppo in consiglio comunale per il Movimento 5 Stelle. Prima di tutto mi pare doveroso spiegare i motivi di questo avvicendamento.

Nella nostra formazione politica come si sa “uno vale uno”, il che significa che non ci sono persone che contano più di altre ma tutti hanno la stessa importanza. Quindi in parte questa decisione è dovuto a questo. Essendo noi due abbiamo deciso di dividere il mandato a metà e dare quindi continuità a questo ruolo. Purtroppo quest'incarico porta a esprimere pareri durante le riunioni dei capigruppo e il concetto del portavoce che riporta le idee di un gruppo (e quindi chiunque può farlo) trova degli ostacoli. Nonostante ciò cerchiamo sempre di rispettare il più possibile il gruppo.
Un altro motivo della scelta è quello di distribuire equamente tra noi portavoce onori e oneri. Essere capogruppo significa un impegno maggiore, ma anche avere l'opportunità di fare una bella e formativa esperienza personale, quindi è giusto che questa occasione ce l'abbiano più persone e il peso del lavoro venga diviso tra tutti gli eletti.

Fatte queste precisazioni mi sento di fare un paio di considerazioni. Il lavoro del mio collega portavoce ed ex capogruppo Marco è stato straordinario. Potrei dilungarmi su come abbia intepretato il suo incarico in questi due anni e mezzo, ma non voglio annoiare nessuno e nemmeno cadere nell'errore di elogiarci da soli; come si suol dire “chi si loda si imbroda”. Avevo ache promesso che avrei fatto un bilancio di metà mandato, magari durante le feste, ma i tanti impegni istituzionali e non mi costringono a posticipare. Vorrei solo dire che sono molto felice e orgoglioso di ricoprire questo ruolo, ma al tempo stesso ne sento fortemente la responsabilità. Sinceramente non credo che sarò all'altezza di chi mi ha preceduto ma ci proverò con determinazione, sperando che chinque abbia dei consigli su come portare avanti questo cammino mi aiuti, anche con le critiche, perchè queste fanno migliorare noi e se miglioriamo noi possiamo anche migliorare la nostra città.

A presto,


Benedetto

mercoledì 14 dicembre 2016

VISITA AL CARCERE DI BOLLATE

Da un po' di tempo mi sto interessando alle questioni legate alla giustizia. Questo tema è uno di quelli su cui si concentra maggiormente l'azione del Movimento 5 Stelle, ma anche il dibattito nell'opinione pubblica.
Parlare di questo argomento in questo periodo storico e nel nostro paese non è per niente facile e ci scrivono sopra libri persone decisamente più preparate di me, che di fatto non ho alcun titolo per trattare certi temi. Come membri delle istituzioni, però, abbiamo il dovere non solo di cercare di fornire soluzioni ai problemi di ordinaria amministrazione, ma anche di sviluppare un dibattito etico, morale e sociale. Anche sotto questo punto di vista non ho titoli per parlare ma provo comunque, molto umilmente e conscio dei miei limiti, a dar il mio piccolo contributo.
Come ho detto essendo l'argomento incredibilmente vasto mi limiterò a qualche piccola considerazione.
Molte persone da quando ho iniziato ad approfondire cercando di imparare mi hanno aiutato in questo percorso. Ultimamente sono soprattutto due e una di queste è Gianni Rubagotti, dell'Associazione per l'Iniziativa Radicale Myriam Cazzavillan. Una delle cose che ha fatto nella sua opera di sensibilizzazione nei miei confronti (e in generale per i membri delle istituzioni a livello locale) è stata quella di organizzare delle visite ispettive nelle carceri della zona, portandosi dietro qualcuno di noi. Ho subito accettato l'invito di Gianni, così insieme a lui e a Riccardo Olgiati, portavoce per il Movimento 5 Stelle nel Comune di Legnano, sabato 10 dicembre siamo andati nella Casa di Reclusione II di Milano (meglio nota comunemente come carcere di Bollate).
Potete trovare un resoconto e i commenti “a caldo” dopo la visita a questo link, https://iniziativaradicale.wordpress.com/2016/12/11/resoconto-visita-al-carcere-di-bollate-10-12-16/ quindi eviterò di ripetere in questa sede quanto riportato lì. Ci tengo però a ringraziare anche io il direttore del carcere Massimo Parisi e la vicedirettrice Cosima Boccoliero per il colloquio introduttivo avuto con loro, la commissario Pieradenti che ci ha introdotto nel cuore della Casa di Reclusione e la Viceispettore Irene Nastasia che ci ha guidato negli ambienti visitati. 
Vorrei per un momento riflettere più in generale su come viviamo l'approccio alla questione carceraria e alle questioni di giustizia. Capisco benissimo il sentimento di rabbia e di esasperazione dei cittadini nei confronti di una illegalità diffusa nel nostro paese. Io stesso e la mia famiglia abbiamo proprio un paio di settimane fa subito un furto con scasso nella nostra abitazione e, ve lo dico sinceramente, forte è il risentimento per questo episdio. Questo però non deve accecarci e allontanarci da quello che deve essere il nostro obbiettivo: una giustizia equa. Giustizia equa per me significa condizioni umane di detenzione. In carcere non ci finiscono solo persone “cattive” che fanno del male a persone che non se lo meritano, a innocenti. Dietro le sbarre si trovano anche persone che anzi hanno difeso deboli e innocenti, magari esagerando un po' e infrangendo la legge, a volte senza l'intenzione di farlo. E inoltre ci stanno persone in attesa di giudizio che magari, dopo anni di processi, vengono assolte con formula piena per non aver commesso il fatto.
Al di là di questo uno Stato degno di questo nome che non garantisce condizioni di detenzione giuste, quasi vendicandosi sul detenuto, svolge nel modo migliore il suo compito? Credo proprio di no, e anzi si abbassa al livello di chi ha compiuto crimini con cattiveria.
Lo so, queste mia riflessioni per molti potrebbero sembrare banalità e probabilmente lo sono, ma mi sembra doveroso riportarle proprio perchè il clima di tensione in cui viviamo ci porta a dimenticarcele o non vederle. Troppo spesso quello che vogliamo è vedere persone marcire in gattabuia, non rendendoci forse bene conto di cosa significhi per una persona essere privata della propria libertà di fare quello che per noi è scontato, e a cui non diamo molto peso, non rendendoci bene conto di quanto siano 15 anni di galera. Forse se pensassimo che sono più di 130 mila ore, quasi 8 milioni di minuti la nostra percezione della cosa sarebbe diversa. Questo ovviamente non significa che mi dispiaccia che una persona venga messa in galera a prescindere. Chiaramente chi ha sbagliato deve pagare, in maniera equa e in proporzione al reato commesso. Però credo che nel giudicare le pene a volte usiamo un po' troppa leggerezza. Alla fine si ritorna sempre al solito discorso delle guerre tra poveri, mentre chi ha grosse responsabilità nella creazione del mare di disperazione e sofferenza della criminalità spesso non viene minimamente sfiorato da conseguenze delle sue azioni. Vi sembro populista? Vi sembro demagogo? Beh, vi anticipo che su queste due parole prima o poi ci torniamo in questa sede...
Chiudo qui questa mia modesta divagazione. Forse tornerò a parlare di questo tema prossimamente, anche perchè ho in programma di andare a visitare almeno un altro carcere con un portavoce del Parlamento.

A presto,  

Benedetto


giovedì 24 novembre 2016

Non mi ricandido


Il titolo del post è abbastanza chiaro: nel 2019 (o anche prima se finalmente la maggioranza prenderà atto del suo fallimento) non mi ricandiderò alle elezioni comunali. 
Da tempo ho preso questa decisione e l'ho detto a molte persone, ma mi sembrava giusto comunicarlo a tutti. Prima di tutto una doverosa premessa: non mi ricandido ma è mia ferma intenzione impegnarmi come attivista (come ho fatto prima delle elezioni del 2014) e dare il mio contributo al gruppo del Movimento 5 Stelle di Cusano Milanino quando ci saranno nuove elezioni e ricoprire il mio ruolo con passione fino a quel momento.

Fatta questa precisazione cercherò di elencare tutti i motivi che mi hanno portato a questa conclusione:
  1. In questi due anni e mezzo ho avuto a che fare con un discreto numero di persone. Alle prossime elezioni quindi partirei avvantaggiato sugli altri candidati portavoce per il consiglio comunale del Movimento 5 Stelle che magari non sono conosciuti come me, non perchè si impegnino di meno (e anzi c'è chi si impegna più di me), ma perchè per forza di cose l'incarico di portavoce conferisce più visibilità allo stesso rispetto agli altri attivisti. La (sana) competizione tra candidati deve essere ad armi pari. Questo è quindi un motivo fondamentale e credo dovrebbe valere come regola generale nel Movimento, modificando quella dei due mandati aggiungendo che devono essere non consecutivi.
  2. Mi pare giusto lasciare che il grande onore che ho avuto io nel prestare servizio per la mia città lo possano avere anche altri. Non penso sarebbe giusto che io lo abbia per 10 anni di fila mentre altri attivisti che se lo sono meritato debbano aspettare.
  3. Inevitabilmente questo incarico consuma entusiasmo. Già dopo due anni e mezzo sento di non avere più la stessa spinta propulsiva dei primi mesi perchè sono stanco di scontrarmi contro i muri di gomma che spesso la maggioranza alza per chiudersi in se stessa. Alla fine dei 5 anni (si spera meno) di mandato potrei arrivare stremato e di certo non avrei la forza di sostenere subito un altro mandato.
  4. Sto dedicando molto tempo a questo impegno e sto mettendo da parte troppo me stesso, le mie aspirazioni, la mia vita e il mio futuro. Quindi sì, lo faccio un po'anche per me, detto molto sinceramente.
  5. Sapendo di fare un altro mandato subito dopo il primo può capitare di rilassarsi, di dire “va beh, se non riusciamo a far questo entro questi 5 anni, lo faremo nei 5 anni dopo”. Grave errore. Sapere di dover dare tutto perchè il termine si avvicina è sicuramente uno stimolo a usare al meglio il tempo che ci rimane.

Credo che sia tutto. Più avanti, magari durante le vacanze di Natale, farò anche una riflessione su come sono andati questi due anni e mezzo, una sorta di bilancio di metà mandato. Tornate quindi a leggere, se vi va, tra un mesetto o poco più.

Un saluto a tutti, 



Benedetto