Ieri sera io e altri attivisti ci siamo
confrontati tra le altre cose su un argomento generale che poi ha
diversi risvolti particolari anche sul modo di far politica.
La questione in sostanza era come
rapportarsi coi cittadini in caso di mancanze o errori di questi.
Credo che il tema sia interessante e quanto emerso meritevole di
essere riportato qui.
Mi sono reso conto che forse la mia
visione su questo argomento è un po' troppo intransigente. Ho sempre
pensato che le regole devono essere fatte rispettare con fermezza
perchè il rischio è di entrare in una gestione soggettiva e
relativistica di queste. Al di là del fatto che queste però devono
rispettare a loro volta una ratio e dei principi generali nella
situazione attuale, tale linea è molto rischiosa. Il malcontento e
l'esasperazione dei cittadini sono sempre più forti e qui trovano
terreno fertile estremismi che rischiano di sfociare in violenza e di
portare alla dissoluzione della società.
Bisogna quindi valutare attentamente
come muoversi in tale contesto e forse porre in essere delle
relazioni più serene e aperte verso i cittadini. Questo non è un
segnale di debolezza, ma un elemento di maturità e consapevolezza.
Quando ci si trova davanti a un torto
lo si può punire. Lo si può fare anche se un caso particolare
meriterebbe una valutazione diversa per rispettare una regola
generale che valga per tutti gli altri casi nell'ipotesi in cui non
si possa elaborare una norma che salvi tutti questi casi particolari.
Quando questa condotta porta alla
rottura dei rapporti in casi particolari si può pensare che sia un
danno collaterale, un sacrificio inevitabile. Ma se la continua
applicazione della fermezza porta a una guerra, a uno scontro tra
cittadini dove tutti ne escono sconfitti vale la pena domandarsi se
sia ancora la cosa giusta da fare, se non restano altro che macerie
dove non si può ricostruire più nulla.
Siamo tutti sulla stessa barca. Quando
qualcuno fa un danno alla barca possiamo reagire con durezza contro
questa persona. Lo fai oggi, lo fai domani e un bel giorno tutti
arriveranno a odiare la barca e questa non andrà pià da nessuna
parte o peggio ancora affonderà. La reazione dura sarà anche
“giusta” ma a volte si può scegliere invece di lavorare sui
motivi del danno perchè la posta in gioco è molto più alta.
Forse sono quesiti che non hanno
risposta e non riesco ad analizzarli come si dovrebbe, ma quanto meno
ci ho provato e ringrazio chi mi offre spunti per cercare di
migliorarmi.